sabato 11 giugno 2011

Educare alla legalità - Incontro con il Magistrato Giorgio Piziali.

IL 19 aprile il dott. Piziali, giudice presso il tribunale di Verona, è intervenuto in un progetto per educare i giovani al rispetto della Legge.
Il suo intervento si può suddividere in sette punti, che toccano i lati più importanti della legalità.
PUNTO1: “Spesso si viola la legge fin dall’adolescenza (furti di telefonini,, di oggetti personali, spaccio, gesti violenti…) e, quando dei minorenni vengono arrestati si ha l’impressione che siano convinti dell’impunità delle loro azioni, pensando si tratti di “bravate” (piangono e si disperano), ignorando le conseguenze anche economiche a danno delle loro famiglie”
È vero. Quante volte i ragazzi commettono reati, bravate e a volte rischiano anche la vita senza che né loro, né i loro amici se ne rendano conto. Il primo passo credo sia rendere consapevoli i ragazzi fin da giovani; non solo teoricamente ma con testimonianze anche forti, storie di ragazzi come noi, che potevamo essere noi. Se si vive un’esperienza sulla propria pelle è certo che si rimane più segnati ed è perciò che se le testimonianze sono più vicine a noi ci possono colpire e far riflettere di più. I ragazzi che però arrivano a fare certi gesti e a essere incarcerati devono essere capiti, ma non per questo giustificati. In conclusione, prevenire è meglio che curare!

PUNTO 2: “Sembra purtroppo che alcuni adolescenti siano quasi incitati dagli altri che non li fermano e, talvolta, approvano perfino le loro azioni, giudicandoli dei “leader”, dei “forti”.
      Attenzione, invece, a non legittimare chi trasgredisce la legge!”
Tra i giovani è molto frequente anche questo atteggiamento. Vedere coloro che fanno qualcosa di eccezionale, estremo, straordinario (inteso come fuori dall’ordinario) fa pensare che questi siano forti: sfidano la legge, vanno contro corrente. Fino a che ci si limita a fare scherzi, a divertirsi ma nel rispetto delle regole, i problemi si limitano. Ma se con alcuni comportamenti si mette a rischio qualcuno, le conseguenze sono gravi. E qui ci si ricollega al punto precedente: a volte, sia chi compie l’atto, sia chi assiste non è consapevole della gravità della cosa; è quindi doveroso istruire i giovani. A volte invece si è consapevoli, ma nonostante ciò l’atto anticonformista, sovversivo è visto come atto eroico, dimostrazione di forza e coraggio, ed eroe risulta agli occhi di chi assiste chi lo porta a termine.
PUNTO 3: “La legge non si rispetta per paura! È importante imparare che per una civile convivenza è vitale il rispetto delle regole: nel gioco, fra amici, a scuola, al lavoro, in vacanza…”
Se si basa il rispetto della legge sulla paura, la mancanza di sanzioni farebbe cadere il mondo nel caos. Bisogna invece responsabilizzarsi e capire che le leggi non sono un limite alla libertà ma le basi per costruire relazioni valide e di buona convivenza. Ad esempio, il limite di velocità non è da rispettare perché altrimenti ricevo la sanzione, ma piuttosto perché potrei mettere a rischio la mia vita e anche quella di coloro che invece hanno deciso di seguire le regole. Dal mio punto di vista bisogna quindi agire alle radici della società: educare i ragazzi affinché abbiano fina da giovani il senso del dovere verso la legge.

PUNTO 4: “Una società in cui vige la violenza è deleteria”
Ovviamente la violenza crea torti in continuazione senza risolvere nulla: la comprensione, il perdono e soprattutto il buonsenso sono le vere armi per sconfiggere la violenza e la criminalità e condannare i comportamenti dannosi allo sviluppo di una società basata sul rispetto altrui

PUNTO 5: “Una sociètà che vive sul favore e non sul diritto è una società permeabile all’affermarsi della mafia.”
Come la legge rispettata per paura, anche il favore va contro il buon funzionamento dei rapporti sociali. Devo rispettare una legge, una regola non perché avrò dei profitti o soltanto parzialmente quando fa più comodo, ma perché come mi sono assicurati dei diritti, io devo portare a termine i miei doveri.  L’esempio che l’autore ha fatto riguardo al postino, che gli portò la posta solo quando seppe che era una magistrato, né è l’esempio. Se non solo il postino, ma anche qualunque altra persona svolgesse il suo lavoro per favori, sarebbe una società instabile e con le risorse maldistribuite.

PUNTO 6: “Io sono contrario alla pena di morte, perché è importante credere che una persona possa cambiare...”
Personalmente, più cha al cambiamento, sono contraria alla pena di morte per il fatto che la vita ci è stata donata e nessuno ha il diritto di togliercela. Pensandoci però è vero: si può cambiare. Soprattutto se si è commesso il reato i  un momento difficile. Non aveva mai riflettuto i questa direzione,  ma effettivamente è giusto dare una possibilità e credere che anche la persona più crudele, presa nel verso giusto, possa mettere in  luce la parte buona di sé che spesso è rimasta nascosta per vari motivi, non sempre legati solo al volere della persona. Se si arriva a commettere un reato punibile con la morte sicuramente si ha avuto qualche grave problema nella vita, ma anche se questa la si passerà dietro le sbarre, è giusto dare la possibilità di riscattarsi almeno con se stessi. Ovviamente anche sotto il punto di vista religioso è importante rispettare il diritto a<lla vita, unico mezzo attraverso il quale si può riscattare ogni errore.
PUNTO 7: “Attenzione al ruolo della stampa. Spesso le notizie diffuse dai mass media non corrispondono alla realtà, sono influenzate dai diversi fattori, sono esasperate e si corre il rischio di diffamazione e di influenza sull’opinione pubblica.”
Molte volte si critica sulle basi di notizie pubblicate dai giornali, da telegiornali e da riviste. E’ giusto, solo se si è capaci a dare il giusto peso a ciò che si legge e si sente. I principali mezzi di diffusione delle informazioni, soprattutto di questi tempi, mirano, oltre che a informare, a guadagnare, e lo fanno con ogni metodo. Spesso lo scoop, notizia esplosiva che le persone cercano, non è nient’altro che una notizia ingigantita, in prima pagina, e spesso smentita in trafiletti a fine rivista. Sono perciò notizie ingannevoli che a volte (dipende da mezzo a mezzo) sono orientate verso un preciso schieramento. Le informazioni quindi che leggeremmo su un quotidiano, potrebbero essere viste in tutt’altro modo su un altro. Tutto ciò porta le persone a trarre conclusioni che possono essere sbagliate, che distorcono la realtà e fanno sembrare vittima il colpevole e viceversa.

mercoledì 1 giugno 2011

INCONTRO CON I RAGAZZI DI QUINTA

Nell’incontro di aprile noi rappresentanti di classe abbiamo accolto due classi di quinta elementare di Castegnato per mostrare loro la scuola, i nostri progetti e parlargli del comitato studentesco.
Il pomeriggio si è suddiviso in tre parti:l’accoglienza, l’illustrazione della scuola e infine la merenda.  
Nella prima parte abbiamo spiegato ai ragazzi cos’è il comitato studentesco e gli abbiamo esposto i nostri progetti attuati quest’anno. 
La seconda parte era programmata in modo che i ragazzi fossero suddivisi in gruppi poco numerosi e potessero tutti vedere le nostre novità: le aule di arte e di informatica; l’uso delle lavagne interattive multimediali(lim);  la mostra sul 150° anniversario dell’unità di italia; il progetto sull’orto scolastico.    
Per finire il pomeriggio in meglio, abbiamo dato loro un ricordo e abbiamo concluso con un bel ghiacciolo.